Per la seconda volta un rum di Panama ci segue nella nostra avventura.
D’altronde, Panama rappresenta con il suo canale, la sua letteratura e storia, un pilastro nell’immaginario comune dei caraibi.
Naso opulento, sentori di anatra laccata, suè ed anche punte di pop corn schioppettanti. In un secondo momento, vengono fuori un po’ provati dal carattere di questo spirito, che li ha tenuti schiacciati no all’incontro con il bicchiere, toni balsamici e di frutta non completamente evoluti, un po’ assopiti appunto. Terra di mezzo dove la natura, nel nostro pianeta, si è manifestata nella maniera bizzarra. Questa lingua di terra lambita da due oceani, abbracciata da due mondi e schiacciata dalle due Americhe. In bocca una babele di sentori e toni con un ritmo alcolico gradevolissimo e con molto equilibrio tra loro. Ritroviamo le caratteristiche che abbiamo lasciato al naso. Punte balsamiche e clorolliche più evolute, ma anche profumi ci cioccolata bianca, lacca e caè macinato. Non è cambiato.
Una certezza.
A. W. B.